martedì 24 luglio 2018

Un assaggino di Playa del Carmen

 

 

Placidamente accomodati sulle sedie a dondolo "Nonna Papera style" che caratterizzano l'area partenze dell'aeroporto di Fort Lauderdale-Florida ci godiamo la vista dell'aeromobile della Spirit che fra poco ci accoglierà per farci volare a Cancun e di lì raggiungere in bus Playa del Carmen



Finalmente tocca a noi salire fra le nuvole, oggi solo graziosi batuffoli sopra un mare dalle sfumature blu e smeraldo

 

Aeroporto di Cancun, mezzogiorno. Caldo insopportabile, luce accecante. Saliamo sul bus che in poco più di due ore ci porta a Playa del Carmen, la Rimini messicana ambitissima meta dei vacanzieri amanti di tintarella al sapor di peperoncino, nachos e birretta Corona.





Playa del Carmen si trova nel Quintana Roo, il relativamente giovane  Stato messicano (è tale dal 1974) che porta il nome del patriota Andréas Quintana Roo, uno dei padri dell'indipendenza messicana. 



La posizione climaticamente privilegiata, all'apice orientale della penisola dello Yucatan, e in piena zona archeologica Maya, fa di questo Stato e di questa penisola una meta turistica davvero significativa. In particolare, Playa del Carmen è a soli 20 km dall'isola più grande del Messico, Cozumel. Ed è proprio dalle coste dove ora sorge Playa del Carmen che  gli antichi Maya salpavano per recarsi nell'isola a rendere omaggio alla dea della fertilità Ixichel. A un'ora di bus da Playa, inoltre, c'è un'altra località balneare interessante: Tulum. Sarà la nostra prossima meta per poi proseguire e visitare il sito archeologico Maya di Chichen Itzà. Mentre ragioniamo sulle nostre prossime tappe percorriamo a piedi un quartiere residenziale con edifici candidi e alberi decorati di sgargianti fiori rossi.





Arriviamo all'Hotel che ci ospiterà per i prossimi tre giorni. E' una struttura nuova di zecca, appena inaugurata. L'ultimo piano ospita un'area relax con lettini e una piccola piscina azzurra molto invitante. Ne approfitteremo senz'altro!






Ora però, ci godiamo la città in questo scorcio di pomeriggio assolato e pieno di colori, sbirciando dalla strada le famose spiagge che ogni anno ospitano migliaia di turisti europei desiderosi di rosolarsi al sole dei Caraibi






Poi andiamo alla scoperta del centro pedonale di Playa, la via dello "struscio" serale, la famosa "Quinta Avenida"!




Adesso è ancora assopita nella calura del pomeriggio, semideserta di turisti ma già ben attrezzata  di bar con "butta-dentro" piuttosto insistenti. Fra qualche ora la Quinta si animerà di luci, aprirà anche le botteghe di souvenir, scintillerà di locali dove gustare i deliziosi spuntini Tex Mex, sarà popolata da bagnanti in vena di movida e commercianti in vena di spremere il più possibile i loro portafogli in cambio di relax, allegria, atmosfera spensierata e...qualche oggetto etnico che una volta ritornati a casa aiuterà a suscitare  il ricordo della vacanza trascorsa, donando un po' di colore al grigio della routine quotidiana. Passeggiamo ancora un po', poi ci concediamo la nostra prima birra messicana della stagione, una Victoria ben fredda, e un "cevice" (pesce crudo marinato con succo di limone o lime). Come al solito le chiacchiere con il cameriere vertono sul calcio, sulla Juventus e sul recentissimo nuovo acquisto: CR7 alias Ronaldo. La sua notorietà è grande anche qui in Messico!


Intanto si è fatto buio. Cominciamo a sentire la stanchezza di una giornata di viaggio (siamo decollati da Miami intorno  alle 10 e quindi la sveglia era suonata ben prima). Lo spuntino appena fatto ci basta. Non abbiamo nemmeno fame, più che altro sonno. Ripercorriamo quindi, per tornare in hotel, una Quinta Avenida ormai in pieno fervore turistico serale.
 

Dalle vetrine fa capolino qualche deliziosa Catrina. Che belle le Catrine! Elegantissime, macabre signore scheletriche abbigliate in stile Belle Epoque, con cappello piumato, boa di struzzo e sigaretta col bocchino, nate nell'800 per simboleggiarela decadenza della classe agiata della società messicana. Ma avremo modo di raccontare meglio questa storia nei prossimi post. Per adesso ammiriamone una piuttosto inusuale, fatta di ceramica e con la gonna formata da un mazzo di calle, ovvio riferimento al famoso quadro di Diego Rivera che di Catrine se ne intendeva, visto che ne aveva dipinte di famosissime. 



E poi sombreri! Sombreri impilati, ordinati per diametro e misura, il massimo del trash irresistibile da portarsi a casa da un viaggio in  Messico. In effetti un pensierino ce lo facciamo anche noi...ma ci frena l'idea di doverceli trascinare appresso per tutto il viaggio, che è appena iniziato...