La camera dell'albergo è da lasciare già dal mattino, al massimo a mezzogiorno. Se non si vuole arrivare all'ora della partenza stanchi e assonnati, meglio lasciare i bagagli alla reception dell'hotel e scegliere un itinerario di puro relax.
Esattamente quello che abbiamo fatto oggi: una tranquilla passeggiata per la "Zona Rosa" della capitale colombiana, un quartiere di negozi, birrerie, caffè e ristoranti, molti dei quali si affacciano sulla pavimentazione tinta terracotta dell'area pedonale chiamata "zona T" per la sua forma simile a quella lettera dell'alfabeto.
Riemergiamo dopo un'oretta dall'ovattato "non-luogo" ( così l'etnologo Marc Augè ha definito le stazioni, gli aeroporti, i centri commerciali)e percorriamo altre strade della zona, senza una metà precisa. E' una giornata "cuscinetto", no?
Ancora qualche passo ed ecco una piccola e inaspettata sorpresa: la coloratissima chitarra dell'Hard Rock Cafè di Bogotà!
Nella nostra prima giornata "cuscinetto" colombiana, uno spuntino da "OMA", una delle due famose catene di caffetteria colombiana (l'altra è la celeberrima "Juan Valdèz")non può mancare. Il caffè, scuro e fragrante, ci dà energia e ci scalda. Qui, non dimentichiamolo, siamo pur sempre sulle Ande, a circa 2500 metri di quota.
A metà pomeriggio, con un taxi abbiamo raggiunto
l'aeroporto "El Dorado".
Qui alle 21,00 decolleremo per Quito, la preziosa e antica capitale dell'Ecuador. Tra controlli di frontiera e tempo per raggiungere il centro della città, riusciremo a mettere la testa su un cuscino vero non prima di mezzanotte: ma per fortuna abbiamo appena trascorso la nostra giornata "cuscinetto" e siamo ancora abbastanza riposati.
Ci godiamo quindi, nell'attesa dell'imbarco, le vetrine dei negozi dell'area partenze e il vai e vieni colorato dei passeggeri e degli equipaggi in transito. Fra poco diremo anche noi "Arrivederci" a Bogotà, punto di inizio e di fine di questa nuova avventura. La rivedremo, se tutto andrà come previsto, il 23 agosto.