Lasciate spiaggia e "cabana" di Parque Marino Ballena ci dirigiamo in auto verso il Parque Nacional Manuel Antonio.
Colazione per strada, e il tempo di scattare una foto a un uccello vanitoso che si osserva con interesse nella porta a specchio di un hotel.
Gli animali sono protagonisti, nel Costa Rica. Ci aspettiamo di vederne molti, e di veramente esotici, nel Parco Manuel Antonio: abbiamo letto sulla guida Lonely Planet delle mirabolanti descrizioni su questa località.
Arrivati in prossimità del parco, due
posteggiatori "ufficiali", con "ufficiali" divise caki da guardiaparco, si mettono in mezzo alla strada facendo energicamente cenno di fermarci. Ci obbligano a posteggiare l'auto nel parcheggio a lato strada.
Alle nostre obiezioni sostengono con veemenza che non possiamo proseguire oltre. Noi, dato che anche ieri al Parco marino Ballena, eravamo stati fermati e invitati al parcheggio da un guardia-parco, ci caschiamo. I due solerti individui ci fanno pagare il ticket del posteggio, e ci "vendono" due biglietti d'ingresso al prezzo (giusto) di 10 dollari, biglietti che loro stessi (avremmo scoperto però a fine visita) avevano acquistato alla biglietteria del parco, a circa un chilometro dal posteggio e dove sarebbe stato consentito anche a noi arrivare in auto.
Ma il vero raggiro del turista arriva adesso: i due"guardiaparco" riescono a rifilarci la visita guidata, con esperto naturalista solo per noi, sostenendo che nel parco è difficile andare da soli, e che le visite di gruppo sono già state tutte prenotate.
E per quanti dollari, questo imperdibile tour? 50 dollari a testa! Ci pare molto costoso, ma grazie a quelle strane alchimie che gli artisti della persuasione occulta sanno creare, alla fine accettiamo.
La "guida" arriva dopo un quarto d'ora. E' un ragazzo munito di apparecchio con treppiede: una specie di binocolo con il quale sicuramente non ci sfuggirà nemmeno una microscopica formica, ci spiega tutto contento.
La passeggiata inizia. Il ragazzo è volenteroso, ci mostra delle specie di lucertole (specie di draghetti) dall'aspetto feroce e incuriosito insieme. La passeggiata nel parco, capiamo quasi subito, si svilupperà lungo il sentiero principale. Facilissimo, ben segnalato, con molti turisti e guide munite anche loro di binocolo con treppiede, non sarebbe per niente pericoloso nè difficile percorrerlo da soli.
Il ragazzo ogni tanto si ferma, scruta il muro di verde a lato del sentiero e punta sicuro nel nulla il suo binocolo, dicendoci di aver visto un insetto raro, un ragno velenosissimo, un piccolo serpentello mimetizzato fra le foglie. Noi a volte non vediamo proprio nulla...ma dentro la magica ottica del suo apparecchio tutti questi animaletti ci appaiono belli grossi e colorati. Ci fa lui le foto prendendo i cellulari ed applicandoli su un oculare del binocolo. Che belle foto, viene anche un colorino giallognolo che sembrano foto di Instagram!
Non sapremo mai se l'apparecchio conteneva alcune immagini già scattate in precedenza, o se siamo noi a dover necessitare di visita oculistica...il dubbio, in qualche caso, ci è rimasto. Lo confessiamo.
Intanto qualche lontano e grosso rapace osserva i turisti appollaiato su un ramo, quello sì lo vediamo, e vediamo anche un leeeeento bradipo, e le scimmie "cappuccine". Queste ultime, chiassose e cleptomani signorine, sono il vanto del Parque Manuel Antonio, il quale è stato creato soprattutto per salvare dall'estinzione questa specie.
Una graziosa ranocchia minuscola si crogiola dentro all'incavo di una foglia, e non sfugge all'obiettivo della nostra macchina fotografica.
Cominciamo a "svegliarci" dal torpore nel quale eravamo caduti come bradipi, appunto, e capiamo che forse siamo stati truffati. La conferma arriva quando, dopo appena un'ora di passeggiata (la visita avrebbe dovuto essere di due ore) il ragazzo improvvisamente pare essere in ritardo, e ci congeda con la lapidaria frase "Bene, signori, tutte le cose hanno un inizio e una fine, anche il nostro giro è terminato, vi ringrazio molto, potete tornare indietro fino all'ingresso del parco seguendo i segnali colorati". Lo lasciamo andare senza reagire, tanto abbiamo capito che oltre a noi, anche lui è un anello della catena di sfruttamento dell'organizzazione che vende questi tour fasulli. Chissà che miseria gli daranno per ogni giro. Infatti sembra avere fretta, sicuramente deve andare a recuperare un altro turno di ignari turisti che stanno aspettando al parcheggio. Noi diamo un'occhiata alla spiaggia che costeggia il parco.
E' affollata di bagnanti e il mare non è nemmeno particolarmente limpido. Non capiamo come possa piacere a tutti quelli che ne parlano come di un vero e proprio paradiso terrestre, sul più noto sito di consigli di viaggio online (quello col logo del gufetto, per intenderci).
Scattiamo ancora qualche foto alle scimmie cappuccine, stando ben attenti a non lasciare gli zainetti per terra: sono maestre nel rubarli e scappare nel folto della boscaglia, le ragazze! Ma oggi, sarà per via del caldo umido, paiono in vena di poltrire sui rami e posano volentieri per noi. Un po' pensierose e con gli occhietti teneri teneri.
Ripercorriamo in una mezz'oretta scarsa il largo sentiero, fino all' ingresso: il Manuel Antonio è un'oasi naturalistica di grande estensione ed importanza, ma la parte visitabile è davvero esigua. Uscendo decisamente delusi dal parco leggiamo i cartelli alla biglietteria, scoprendo così che i tour ufficiali costano solo 25 dollari a testa.
Torniamo al parcheggio con la consapevolezza di essere incappati in una clamorosa fregatura degna di quelle presenti nei film di Totò, mentre ci viene incontro un tizio con l'ennesima "divisa", stavolta un gilè fosforescente di quelli da soccorso stradale. Lo mandiamo al diavolo senza tanti complimenti appena ci chiede di pagare...il parcheggio! Noi l'abbiamo già pagato, che diamine?!...sentito questo lui assume un'aria rassegnata e mortificata, si qualifica come il vero addetto al parcheggio mostrandoci il tesserino e ci spiega (casomai ce ne fosse stato ancora bisogno...) che il ticket l'abbiamo pagato a truffatori che approfittano della sua assenza per introdursi nel parcheggio. Lui, continua sempre più mortificato, deve anche badare ad un altro parcheggio. E ci lascia capire che i loschi individui a volte lo "incoraggiano" ad andare via con minacce più o meno velate. Ci fa pena, anche perchè continua a dire che si vergogna dei suoi concittadini, che non si fa così con i turisti stranieri, che le autorità locali secondo lui sanno di questa situazione e non prendono provvedimenti...e che figuraccia fa il Costa Rica.... e che lui è un impiegato del Comune e un "tico" (costaricense) onesto... ecc.ecc.
Finiamo per consolarlo raccontandogli di come anche in Italia i turisti siano spesso vittime di raggiri come quello capitato a noi.
E naturalmente, paghiamo il vero ticket per il parcheggio, ricevendo in cambio un sorrisone apparentemente ancora un po' mortificato.
Ci rimettiamo in viaggio, alla volta di un posto dove rilassarci nella seconda parte della giornata, e pernottare. La scelta cade sulla località di Playa Esterillo vicino a Jacò, in una struttura fornita di giardino e spiaggia di fronte al Pacifico. Questo sì, che è un vero paradiso!!!