Costa Rica, località Uvita, area del Parco marino Ballena.
Una piccola "cabana" col tetto di lamiera, rozza ma pulita e nella sua semplicità persino romantica, immersa nel verde tropicale di un campeggio in riva all'Oceano Pacifico. E due cuori, i nostri, finiti a dormire lì dopo una giornata di viaggio - stavolta comodissimo - a bordo di una Toyota RAV4. Ma come ci siamo arrivati?
Abbiamo lasciato il Panamà stamattina. Si è trattato solo di un "arrivederci", perchè contiamo di tornarci fra una settimana.
Le frontiere latinoamericane sono sempre affascinanti per noi, abituati agli algidi posti di confine italiani: qui ci si deve districare fra enormi Tir ruggenti e venditori ambulanti di ogni genere alimentare e non, fino a trovare i vari sportelli dove farsi vidimare il passaporto, controllare i certificati di vaccinazione (ove occorra), dimostrare di avere danaro sufficiente (via terra, questo ad esempio sarà un requisito per poter rientrare fra sette giorni in Panamà).
"Al di là della tua immaginazione..." c'è scritto su uno striscione che pubblicizza un nuovo centro commerciale. A noi, per far andare l' immaginazione basta poco, e quel confine aveva ai nostri occhi l'aria avventurosa di un vecchio villaggio del west.
Sbrigate le formalità burocratiche, eccoci nel Costa Rica, spesso definito "Svizzera del Centroamerica".
La vegetazione rigogliosa e la gran quantità di camion sono le cose che ci sono rimaste più impresse di questa prima giornata di viaggio lungo la Panamericana, uno dei nastri d'asfalto più famosi d' America, quello che la percorre in senso Nord-Sud.
Quasi a fine giornata, abbiamo deciso di fermarci e pernottare nell'area del Parco marino Ballena. Qui ci sono campeggi attrezzati con "cabane", specie di tende canadesi in muratura.
Ci siamo addentrati in stradine di terra battuta, verso la spiaggia. Sapevamo che prima o poi in quella direzione avremmo trovato il mare.
L'area, anche se piuttosto turistica, costituisce un primo assaggio di lussureggiante natura del Costa Rica. Parcheggiata l'auto siamo scesi a sgranchirci le gambe e a fare qualche fotografia. La dominanza del verde era pressochè assoluta.
A un tratto, ecco schiudersi il sipario di foglie ed apparire il Pacifico. Sempre indaffarato, in perpetuo andirivieni di spuma candida, inquieto e bellissimo nelle sue sfumature dall'azzurro al violetto.
Ora la luce ha lasciato il posto all'oscurità. I due cuori, che da un paio d'ore si sono assicurati per la notte una "cabana", possono finalmente dedicarsi alle gioie della tavola. A pochi metri dal campeggio c'è un ristorante di cucina spagnola "fusion" ottimamente recensito. Due calici di sangria, allora, per iniziare!