Arequipa è soprannominata la "Ciudad Blanca" per via del colore chiaro dei suoi edifici costruiti con una pietra lavica chiamata "sillar". L'effetto generato dal contrasto dei muri con il blu del cielo è una delle meraviglie che questa città ci offre oggi, impacchettata dal tocco di biancorosso delle coccarde che decorano i palazzi coloniali in occasione della Festa Nazionale.
Decidiamo di fare uno spuntino al "Crepismo", locale di cucina fusion franco-andina collegato al centro Alliance Francaise. Beviamo per la prima volta la "chicha morada", analcolica, di colore e sapore simili al succo di mirtillo, diffusa in tutto il Perù già al tempo degli Inca. E' ricavata da una varietà di mais dai chicchi viola scuro (maiz morado, appunto) e si può consumare così com'è, o con l'aggiunta di zucchero. Buona!
E ben presto ci aggiriamo stupiti fra edifici dalle mura di color aragosta, azzurro mediorientale, rosa scuro. E poi oleandri fucsia, gerani rosso fuoco, piante grasse di tutte le tonalità di verde, e l'immancabile cielo blu.
Percorriamo le silenziose stradine lastricate, dai nomi che evocano la lontana terra di Spagna, e su cui si aprono gli ambienti, lasciati dal 1970 accessibili agli occhi curiosi di Storia, come i nostri.
Le camerette delle monache, nella loro semplicità severa, lasciano trasparire comunque la ricchezza delle loro antiche occupanti, tutte provenienti da famiglie agiate.
Il chiostro degli aranci (così chiamato per le piante al centro) ed il chiostro maggiore, impreziositi da lunette affrescate che raccontano la vita di Maria e di Gesù, e illustrano gli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio di Lojola.
Il chiostro degli aranci (così chiamato per le piante al centro) ed il chiostro maggiore, impreziositi da lunette affrescate che raccontano la vita di Maria e di Gesù, e illustrano gli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio di Lojola.
Storditi dai colori vivaci ma anche dalla silenziosa pace a cui non siamo più abituati, abbandoniamo la piccola cittadella monastica.
Sono ormai le cinque del pomeriggio.
Ripiombiamo subito nel ventunesimo secolo di un piccolo supermercato sotto i portici di Plaza de Armas.
Ci divertiamo a curiosare alla ricerca di prodotti locali.
Siamo finiti forse in una enclave italiana?
Vicino alle casse, le caramelle al gusto di foglie di coca e la fluorescente Inca Kola ci ricordano che siamo sempre in Perù.