sabato 20 luglio 2013

Da Cusco a Ollantaytambo: dove gli Inka le suonarono ai Conquistadores


Lasciamo Lima alla volta di Cusco, con un volo interno di circa un'ora. Atterrati, ci si apre davvero lo spettacolo di colori intensi del cielo peruviano, che qui è molto vicino: siamo a 3400 metri di altitudine. L'aria è fresca, frizzante e rarefatta.
Abbiamo modo di apprezzarla nell'attesa dell'autista che ci porterà nel piccolo e antico paese di Ollantaytambo. C'è vento, quando finalmente saliamo in auto.



La periferia di Cusco, primo e per ora unico assaggio della città prediletta dagli Inka, ci appare dai finestrini povera, polverosa, e punteggiata da brandelli di carta e plastica volati da chissà dove e sparsi dappertutto. Ci riserviamo però di cambiare opinione su Cusco quando torneremo qui fra pochi giorni.
Ora la periferia lascia il posto ad aperti paesaggi mozzafiato dalle raffinate sfumature ocra, oliva, e beige delle erbe secche contro il blu del cielo e il bianco delle nuvole.
A ogni curva della strada, nuove visioni: le più belle quelle dove appare all'improvviso la catena andina più alta, innevata e maestosa. La strada plana e ci porta intorno ai 2800 di quota: siamo in vista della nostra meta! Ollantaytambo, un grazioso e suggestivo paesino di montagna della "Valle Sagrada".













La posizione è strategica come punto di partenza per raggiungere il sito archeologico Inka del Machu Picchu, sia -per i più avventurosi- attraverso i sentieri dell' "Inka trail", che più comodamente con un delizioso trenino. Anche per noi è strategico in quanto ci permetterà di acclimatarci. E poi, Ollantaytambo possiede un sito archeologico tutto suo, e molto significativo: la fortezza dove Manco Inka le suonò clamorosamente alla soldataglia spagnola di Hernandez Pizarro, fratellastro del più noto Don Francisco.




Domani la visteremo ed apprezzeremo per la prima volta da vicino la spettacolare abilità costruttiva di un popolo che riuscì a progettare mura ed edifici a prova di sconquassi sismici ed armoniosamente fusi con il paesaggio naturale circostante.


Ma oggi ci attende solo una passeggiata per le viuzze del paese, ancora simile ad un pueblo Inka non fosse per l'andirivieni frenetico di pullmini turistici e colorati mototaxi dall'aspetto asiatico.






L'aria anche qui è frizzante, pare di trovarsi in tarda estate a camminare in una località di villeggiatura della Valle d'Aosta, c'è anche il torrente di prammatica che scorre a lato della strada principale, e fiori dappertutto.


La nostra prima giornata si conclude con italianissime lasagne consumate in un grazioso locale -il "Piccolo Forno"- gestito da un italiano che vive ormai da anni qui.