Abbiamo modo di apprezzarla nell'attesa dell'autista che ci porterà nel piccolo e antico paese di Ollantaytambo. C'è vento, quando finalmente saliamo in auto.La periferia di Cusco, primo e per ora unico assaggio della città prediletta dagli Inka, ci appare dai finestrini povera, polverosa, e punteggiata da brandelli di carta e plastica volati da chissà dove e sparsi dappertutto. Ci riserviamo però di cambiare opinione su Cusco quando torneremo qui fra pochi giorni.
Ora la periferia lascia il posto ad aperti paesaggi mozzafiato dalle raffinate sfumature ocra, oliva, e beige delle erbe secche contro il blu del cielo e il bianco delle nuvole.
Domani la visteremo ed apprezzeremo per la prima volta da vicino la spettacolare abilità costruttiva di un popolo che riuscì a progettare mura ed edifici a prova di sconquassi sismici ed armoniosamente fusi con il paesaggio naturale circostante.
L'aria anche qui è frizzante, pare di trovarsi in tarda estate a camminare in una località di villeggiatura della Valle d'Aosta, c'è anche il torrente di prammatica che scorre a lato della strada principale, e fiori dappertutto.
La nostra prima giornata si conclude con italianissime lasagne consumate in un grazioso locale -il "Piccolo Forno"- gestito da un italiano che vive ormai da anni qui.