venerdì 19 luglio 2013

Lima, Miraflores



Seconda giornata dedicata a Lima. Il cielo è nuovamente cotone e fa piuttosto frescolino. L'atmosfera dell'ostello dove alloggiamo, che ha surf appesi da tutte le parti ci fa venir voglia d'incontrare l'Oceano che di qui è raggiungibile con una passeggiata.



Il percorso che scegliamo ci porta in breve al Malecon di Miraflores, zona residenziale che orla una piccola porzione della costiera limeña.


Gli edifici sono altissimi, bianchi, trapuntati di vetrate attraverso cui si intravedono eleganti divani chiari e si immaginano raffinati aperitivi con vista Oceano Pacifico.

C'è abbastanza verde in questa area della città, ben accudito da attenti giardinieri che osserviamo potare e cesellare ogni aiuola. C'è anche un piccolo faro della Marina Militare, bianco e blu, anch'esso in fase di maquillage: un marinaio, appeso all'esterno, ne sta ripassando le scritte con la vernice oro. Fra qualche giorno -il 28 di luglio- sarà la festa dell'Indipendenza, festa nazionale qui in Perù. Ecco spiegato tanto daffare.


Proseguendo la passeggiata, la striscia verde di giardino pubblico che costeggia il quartiere si allarga e diventa un eccentrico piccolo parco: il " Parco dell'Amore". Intorno ad una coppia di giganti di terracotta che si scambiano effusioni su un'enorme piattaforma di marmo nero, si snodano tante panchine colorate ricoperte di frammenti di piastrelle "Gaudì style", con frasi dedicate all'amore. Sembra un Parc Guell in miniatura, solo che qui non siamo a Barcelona e il mare non è quello caldo e tutto sommato domestico della Spagna mediterranea. Di fronte c'è invece l'Oceano Pacifico, oggi di un grigio madreperla impreziosito da lunghi pizzi di spuma.

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Guardando meglio -noi siamo in alto- distinguiamo tra le onde parecchi puntini neri che si muovono: sono surfisti! Ma dove sarà la loro base di partenza? Cerchiamo la via più breve per avvicinarci alla spiaggia, scendiamo per scalinate e percorriamo un ponte di legno costruiti (ce ne accorgiamo dai cartelli segnaletici) come vie di fuga in previsione di eventuale tsunami.

Un po' inquitante, no? 
Finalmente ci accostiamo alla spiaggia, pietre di mille sfumature di grigio, così come l'acqua dell'Oceano ormai a pochi metri da noi.





Eccolo, il regno delle scuole di surf. l'abbiamo finalmente scovato: un picaresco parcheggio di pulmini attrezzati per ospitare tavole, mute e cucine da campo per farsi un tè caldo dopo aver cercato per ore l'onda perfetta.
 



Davanti agli scalcagnati veicoli, gazebo di tela con altre mute appese ad asciugare, presidiati da maestri di surf dall'aspetto piacevolmente fricchettone, come si sarebbe detto in Italia tempo fa.


Ci piacciono molto questi ambienti e rimaniamo un po a chiacchierare di surf e paracadutismo con due di loro. Anche perché -lo confessiamo- abbiamo un secondo fine: estorcere il nome di posto dove cucinino bene ed a prezzo onesto il "ceviche", re dei piatti della cucina di Lima e del Perù costiero.

L'informazione non si fa attendere. Fiduciosi ed affamati risaliamo gradinate e passerelle anti-tsunami, alla caccia della trattoria per iniziati. La troviamo in una viuzza a metà strada fra l'Oceano e il nostro ostello. E' piena di avventori e c'è la coda fuori. Buon segno! Dopo poco meno di dieci minuti di attesa, veniamo fatti entrare. Possiamo accomodarci ad un tavolo già occupato da due persone, se non ci dispiace condividerlo. Ma certo! E facciamo bene. I due gentilissimi commensali sono di Cusco, guida ed autista in attesa di un gruppo di turisti. Con disponibilità e cordialità sincere ci spiegano un sacco di cose sulla cucina tipica del Perù e ci forniscono suggerimenti sulla loro città. E il ceviche? Ottimo. Senz'altro da provare, se siete amanti dei piatti di pesce crudo.