Il 28 di luglio,la più importante festa nazionale peruviana, è ormai alle porte: in quel giorno del 1821 il generale Josè de San Martin, a Lima, proclamò l'indipendenza del Perù dalla Spagna.
Ma oggi saranno protagonisti soprattutto i corpi dell'esercito, carichi di bellicosa potenza e coreografica dedizione alla biancorossa bandiera peruviana e agli alti graduati radunati sotto le patriottiche tende del palco d'onore.
Dopo aver fatto qualche foto dalla postazione privilegiata costituita dalle balconate dello Starbucks, ci mescoliamo alla folla in festa. Come seguendo un tacito richiamo, alziamo gli occhi su una colonna del porticato che si snoda intorno alla piazza. Una lapide in pieno sole ricorda un altro episodio tragico a cui questa piazza “ombelico dell'ombelico del mondo” ha dovuto assistere: la morte di Gabriel Aguilary e Manuel Ubalde, nel lontano dicembre del 1805.
Colto, esperto di mineralogia e di miniere, Gabriel era rimasto impressionato dalle terribili condizioni di lavoro a cui erano sottoposte le migliaia di indios addetti all'estrazione dell'argento. Insieme all'avvocato Manuel Ubalde, organizzarono una rivolta per ottenere l'indipendenza del Perù dalla Spagna e restaurare una monarchia di origine incaica. Il progetto fallì e la Plaza de Armas divenne il luogo dell'esecuzione della loro condanna a morte. Decisamente questi blocchi di pietra ne hanno di cose da raccontare. E meno male che con gli inseparabili smartphone e un po' di wi-fi dello Starbucks possiamo immediatamente trasformare in pagine di Storia a noi intelligibili, ciò che le pietre ci sussurrano con il loro linguaggio misterioso.
Lo pensiamo, inoltrandoci lungo la via da dove partono i cortei. L' “ammasso”, come si dice in Italia.
Assistiamo così da vicino al “riscaldamento” delle truppe. Facce mimetizzate nere e verdi, gialle e nere, bianche e rosse, sudano sotto il sole.
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Piedi protetti da scarponi anfibi battono il selciato, portando truppe pronte a fondersi con deserti, ghiacciai e selve per non farsi scoprire dal nemico.
Passano graduati in alta uniforme sopra a cavalli addobbati come dame in festa.
Passano cucine da campo e passano pure, portando un po' di trasgressione, ragazze in minigonna rigorosamente mimetica, cariche di palloncini rossi e gialli e di rumorosa allegria.