L'autobus di linea della compagnia "4M", partito da Chivay, ha scavalcato il Passo Patapampa (4910 metri) e noi ci siamo sentiti degli abituè delle alte quote.
Il giorno prima ci eravamo fermati lì, provenendo da Arequipa per ammirare all'orizzonte i vulcani e nevai Ampato, Sabancayo e Mismi, da cui traggono origine il Rio delle Amazzoni e suoi 6800 chilometri di acque diretti all'Oceano Atlantico.
Oggi il bus poi ha attraversato la Pampa de Canahuas, nella Riserva di Aguada Blanca ripopolata di vigogne, e ci ha scaricato in un posto tappa per una ventina di minuti.
Gusto il tempo di assaporare un "triple mate" bollente e verdissimo. Ripartiti, ecco dal vetro scorrere il paesaggio spettacolare del Bosque de Piedra Imata
e della Laguna Lagunillas, a 4174 metri di quota.
Poi, infinite inquadrature dei paesaggi disabitati e selvaggi dello sterminato Altipiano Andino, per circa due ore di viaggio.
I neon colorati delle insegne, sulla strada principale della città di Juliaca ormai immersa nella sera sfilano all'altezza degli occhi attraverso i finestrini e ci fanno lentamente riabituare al paesaggio urbano. Il mondo lunare dell'altipiano ci sembra già distane anni luce.
Un'oretta ancora ed entriamo nell'autostazione di Puno, la cittadina abbarbicata alle sponde peruviane del lago Titicaca (3900 metri) il più alto bacino naturale navigabile al mondo. Qualche minuto di taxi e siamo in hotel, confortevole e di un'eleganza da catena alberghiera di buon livello. Quel che ci vuole, per ricaricarci dopo tante ore di viaggio. E domani, faremo la conoscenza di un modo di vivere molto speciale: quello degli Uros, antichi abitanti delle isole di canne palustri (totora) flottanti nella baia "a orilla" di Puno.