giovedì 14 agosto 2014

Colombia, Cartagena


Siamo a Cartagena "de Indias" da due giorni. Abbiamo perlustrato ben bene l' incantevole centro storico coloniale, Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Due giorni intensi che ci hanno dato modo di conoscere la città colombiana amata così tanto da "Gabo" Garcia Marquez da volerci abitare (e dove oggi le sue spoglie riposano). Ve la iniziamo a raccontare mescolando un po' ciò che abbiamo visitato ieri e oggi del suo cuore antico. 


Il centro storico è uno scrigno racchiuso da una cinta di mura. Il varco più pittoresco è quello sovrastato dalla torre dell'Orologio.










Il convento e la chiesa dedicati a San Pedro Claver ricordano la figura di questo monaco spagnolo vissuto tra il Cinquecento e il Seicento. Era soprannominato l'"apostolo dei neri" ed anche "schiavo degli schiavi" perchè si dedicava ad assistere gli schiavi deportati dall'Africa. 



Fu il primo santo del Nuovo Mondo, canonizzato proprio nell'anno, il 1888, in cui il Brasile, ultimo paese ormai ad avere ancora schiavi, con la "Ley Aurea" aveva abolito la schiavitù. 



A fare da controcanto architettonico alla monumentale chiesa di San Pedro Claval, ecco le forme più sinuose della Cattedrale di Santa Catalina de Alejandrìa. E' un vero gioiello, la Cartagena storica!






Poi, percorriamo vie pittoresche delimitate da case gialle, celesti, rosa pastello dai bianchi balconi decorati con piante fiorite. 










Poco più in su, sulla piattaforma alta dei bastioni, "Las Murallas",  si possono ancora ammirare le antiche colubrine affacciate sull'orizzonte marino in attesa del nemico. La città aveva subìto infatti gli assalti dei corsari, il più famoso dei quali era stato quello di Francis Drake. Dopo il suo passaggio, gli spagnoli avevano iniziato la costruzione delle massicce mura difensive su cui oggi stiamo pacificamente passeggiando. 







Sempre sui bastioni, ci troviamo faccia a faccia con una india alta, dorata e dal portamento fiero. E' la India Catalina, bellissima donna indigena che fece da interprete al conquistador spagnolo Pedro de Heredia, fondatore della città nel lontano 1533.

La scultura originale (1974) è collocata all'ingresso della città ed è un omaggio dello scultore Eladio Gil al popolo dei Caribi, gli antichi abitanti di questa zona. La "gemella" che abbiamo davanti è invece di guardia alla porta della sede del Festival del Cinema di Cartagena e ci spiegano che la statuetta destinata ai vincitori della manifestazione raffigura, in miniatura,  proprio lei!


Non lontano da dove ci troviamo, c'è un'altra perla destinata a chi vuol saperne di più sulla storia navale dei Caraibi: il Museo Naval del Caribe. Non ce lo lasciamo scappare e, poichè ci permettono di fotografare, ne usciamo con un bottino di immagini consistente. Il museo è suggestivo per l'ambientazione scenografica fatta da pirati-manichini che incombono sui visitatori.E poi, modellini di velieri, tabelloni minuziosi con spiegazioni e ritratti, bussole e vecchie carte nautiche fanno il resto: ne usciamo inebriati e ancor più ci piace l'idea che i Caraibi sono proprio lì, a portata di mano. Ci siamo proprio vicini vicini...basta guardare l'orizzonte e scatenare la fantasia per immaginare ciò che queste antiche pietre hanno visto.






Le mura di Cartagena custodiscono dentro le loro braccia ancora un museo. E' un altro pezzo di Storia che non possiamo mancare di raccontarvi: la storia dell'Inquisizione. Del tempo in cui bastava una parola mal interpretata, una bestemmia o un comportamento sospetto per portare una persona davanti a un tribunale spietato e inflessibile e poi , reo confesso dopo torture terribili, alla condanna a morte per stregoneria o eresia.
Qui a Cartagena furono giustiziate almeno 800 persone così.
Ma percorriamo il centro storico ed entriamo nel palazzo dove ha sede questo museo, a dare un'occhiata.







 Il museo, ospitato in un imponente palazzo settecentesco che fu la sede del Tribunale della Santa Inquisizione, suscita timori ancestrali con l'esposizione delle sue macchine da tortura: collari chiodati, orrende presse rompi-dita e altri spaventosi strumenti raccontano di interrogatori terrificanti dove tutto finiva per essere confessato, anche ciò che non corrispondeva alla verità.  I crimini più gravi? La pratica delle arti magiche, la stregoneria e la bestemmia.














 Nel cortile, anche una ghigliottina. A ricordarci che di lì a poco la vecchia Europa sarebbe passata dalla caccia alle streghe  ad altri fanatismi e ad altre pubbliche esecuzioni, stavolta nella Francia rivoluzionaria.








Usciti dalle mura, appena fuori, ecco il Teatro Colòn e, alle spalle, il molo.







La riproduzione di un veliero settecentesco dondola pigramente specchiandosi nell'acqua increspata. Cigola lieve. Giochiamo ai pirati scattandoci foto vicino alla prua. Luce dorata sta colorando gli edifici. E' quasi il tramonto e il fascino di Cartagena de Indias si sprigiona in tutta la sua potenza evocatrice.