domenica 10 agosto 2014

Quando natura fa rima con architettura: Frank Gehry e il Biomuseo di Panamà




Un mucchietto di origami accatastati l'uno sull'altro con grazia e leggerezza, planati da chissà dove quasi all'imbocco del Canale di Panamà. Appare così, il Biomuseo più colorato del mondo.









Pare sia alla moglie (panamense) dell'archi-star Frank Gehry che dobbiamo questa variopinta meraviglia.
Si dice che sia stata lei a convincerlo ad accettare l'incarico di progettarlo, dopo due mesi di esitazioni e tentennamenti. E il risultato è stato davvero strabiliante.

















Già dall'esterno sorprende con l'aspetto colorato e golosamente infantile di un "mobile" di Calder o un mural di Keith Haring. Ma entrati nell'atrio si resta davvero a bocca aperta e naso all'insù. Ci si rende conto infatti che la struttura è pensata come un gigantesco albero.






Il tronco di cemento armato e i rami fatti di travi d'acciaio, le fronde-tetto sono invece di alluminio, verniciate nella faccia esterna con  vivaci colori solidi rosso, giallo, azzurro, arancione e verde: i colori accesi della Natura in Panamà.


















 Immediatamente balza agli occhi l'essenza sublime dell'obiettivo di Gehry: creare le condizioni perchè la Natura si appropri dell'edificio divenendone la vera e accogliente padrona di casa. 








Le lastre d'alluminio che compongono la copertura del Biomuseo infatti, all'interno non sono state verniciate, così da conservare il loro potere riflettente. I tetti esterni attraverso complici fessure e spiragli sapientemente progettati fondono i rispettivi colori. Luce, cielo, sole e nubi diventano così i veri architetti del Biomuseo, generando continui e spettacolari cromatismi madreperlacei sempre diversi da un istante all'altro. 










E non basta ancora. La Natura-padrona di casa accoglie i suoi ospiti offrendo una temperatura piacevole e fresca: la sovrapposizione delle lastre metalliche è stata calcolata da Gehry in modo da limitare il passaggio dell'aria calda dall'esterno all'interno. 






Ormai sono stati fatti gli onori di casa, tocca adesso agli uomini ringraziare la Natura. Biologi, geologi, antropologi, zoologi e anche storici e geografi si danno allora da fare, nel percorso interno del Biomuseo, per raccontare attraverso teche, pannelli e installazioni multimediali la stupefacente evoluzione naturale, i fenomeni vulcanici, l'importanza della biodiversità, fino ad arrivare al cuore tematico di questo Museo: metter in risalto il ruolo chiave di interscambio ricoperto dall'istmo di Panamà nel passaggio e nell'evoluzione delle specie animali e vegetali. Un vero e proprio "ponte" di incontro fra flora e fauna del nord e del sud del continente americano.



Non a caso il Biomuseo si chiama in realtà  "Panamà, Puente de Vida".









Una proiezione multimediale chiamata "Panama-rama" permette appena entrati di incontrare a 360 gradi  la natura del Panamà: nel buio di una saletta, sommersi di stimoli sonori e visivi. Spettacolari cascate, fronde abitate da coloratissimi uccelli, onde che si frangono, la Natura mostra i suoi lati più spettacolari servendosi delle tecniche video più avnzate.





Seguono altre installazioni in cui tutte le specie animali e vegetali protagoniste del "Puente de Vida" sono state prese in considerazione attraverso schede, modelli e scenografie alle pareti.


















Il percorso prosegue e si sposta in un'area dedicata alla Storia e alla Geografia del continente americano. Qui, colonne a sezione quadrata e connotate da un colore diverso a seconda dell'argomento, contengono informazioni dettagliatissime.












Il " Grande Interscambio continua", dice un tabellone. E anche l'allestimento del Biomuseo di Panamà, visto che la nostra visita  è stata possibile grazie ad una pre-apertura. Probabilmente l'aspetto interno degli allestimenti cambierà o almeno verrà ampliato  quando fra un mese circa ci sarà l'inaugurazione ufficiale. Quella che vi abbiamo offerto è quindi una primizia, una ghiotta anticipazione ed anche un omaggio ad uno dei nostri architetti preferiti e un ringraziamento a una città, Panamà,  dove ci stiamo trovando davvero bene.

La visita è finita, si ritorna all'ingresso-albero senza dimenticarsi di ammirare il suggestivo tappeto di vetrocemento colorato disteso sotto al tronco di cemento armato. Inutile cercare di resistere all'impulso di calpestarlo: è fatto apposta, con i suoi colori a caramella,  per la gioia dei piccoli visitatori...e anche, lo confessiamo, per la nostra.