Ci voleva proprio! Viaggiare attraverso la storia e la geografia dei territori che furono teatro della potenza e della tragica dissoluzione dell'impero Inca è stata esperienza ricca di emozioni e anche di fatica.
Abbiamo ormai alle spalle lunghe ore di spostamenti in pullman percorrendo strade spesso sterrate e polverose, un mese trascorso ad altitudine media sempre sui 3000 metri, un mese di attenzione continua al bagaglio e anche a chi ci sta intorno: siamo pur sempre turisti e stranieri, anche se tutti sono stati sempre cordiali e non ci siamo mai sentiti realmente in pericolo.
Sentiamo la necessità di una pausa, di ritrovare volti amici. E in questa tranquilla e ospitale cittadina argentina poco distante dai confini con Brasile e Paraguay e nella quale siamo già stati in un viaggio precedente, di amici ne abbiamo ben due: la nostra carissima amica Marcela e...le Cascate di Iguazù, meraviglia della natura che già conosciamo bene e che ieri abbiamo rivisto, per comodità logistica, soltanto dal versante argentino.
Edifici bassi e tutto sommato anonimi, un centro con i soliti negozietti di delizioso artigianato acchiappa-turisti.
E le agenzie di viaggio, dove prenotare le visite alle vicine Cascate, quelle sì davvero “speciali”, le “Cataratas” e il relativo versante argentino compreso nel “Parque Nacional de l'Iguazù”. Di qua, distano meno di una ventina di chilometri.
E Puerto Iguazù a noi pare aver assorbito la calma solennità dei due giganti d'acqua che proprio nei suoi pressi si incontrano e si uniscono.
Infatti, poco distante dal suo centro abitato, il fiume Iguazù dopo più di 1300 chilometri di viaggio lungo il Brasile – e dopo essersi sbizzarrito in evoluzioni mozzafiato creando appunto le famose Cascate - si sposa al Rio Paranà, l'immenso fiume sudamericano secondo solo al Rio delle Amazzoni.
Passeggiamo un' intera giornata per le strade di Puerto Iguazù, in un totale relax quasi ipnotico. Nel nostro girovagare senza meta, capitano sotto gli occhi piccoli particolari curiosi. Una casetta viola acceso attira lo sguardo.
“Agisci senza aspettarti nulla” ci ammonisce invece il filosofo cinese Lao Tzu da un cartello appeso sui mattoni rossi di una “posada”.
Bighelloniamo ancora un po' fotografando gli alberi fioriti e profumatissimi, nonostante qui sia inverno.
Un Dogo argentino ci osserva pigro, al di là di un'inferriata. Chissà se si chiama Bombon
come il "perro" del film di Carlos Sorin.
Le insegne di un ristorante mostrano le specie locali di pesce. Il Surubì, ci hanno detto, è una vera delizia. Ieri sera abbiamo assaggiato il Dorado e ci è piaciuto.
Poi ci sediamo al tavolino di un bar, in uno slargo dove convergono le vie principali della cittadina. Ordiniamo birra e patatine e continuiamo il nostro programma di relax.
Come in tutti i locali pubblici dove siamo stati durante questo viaggio, il wi-fi c'è ed è gratuito. La frase di Lao Tzu ci è rimasta in testa, e con i nostri smart-phone gettiamo le reti nel mare del Web in cerca di altre perle del saggio buddhista. La pesca è fruttuosa e rigiriamo presto fra le mani una gemma : “Trenta raggi convergono sul mozzo, ma è il foro centrale che rende utile la ruota. Plasmiamo la creta per formare un vaso, ma è il vuoto centrale che rende utile il vaso. Ritagliamo porte e finestre nelle pareti di una stanza: sono queste aperture che rendono utile una stanza. Perciò il pieno ha una sua funzione, ma l'utilità essenziale appartiene al vuoto".
Ecco! Aver vissuto almeno per un giorno il rilassante “vuoto” di Puerto Iguazù, il tranquillo scorrere quotidiano senza la frenesia di dover visitare in poco tempo, Lonely Planet alla mano, imperdibili musei, monumenti, cattedrali e palazzi storici, ci ha regalato la giusta condizione di spirito per decomprimere ed assimilare le emozioni culturali e geografiche vissute nei trentasette giorni passati.
Lao Tzu aveva ragione: il vuoto è essenziale per valorizzare e dare prospettiva al pieno. E noi,adesso, di immagini mozzafiato e atmosfere spettacolari abbiamo davvero la testa piena zeppa.
Il sole è già sceso,l'aria è fresca e scura. Un piccolo tenero geco quasi trasparente gioca con le ombre colorate di viola, azzurro e giallo che un lampione disegna sui muri di una casetta. Buona notte, saggia e “vuota”
Lao Tzu aveva ragione: il vuoto è essenziale per valorizzare e dare prospettiva al pieno. E noi,adesso, di immagini mozzafiato e atmosfere spettacolari abbiamo davvero la testa piena zeppa.
Il sole è già sceso,l'aria è fresca e scura. Un piccolo tenero geco quasi trasparente gioca con le ombre colorate di viola, azzurro e giallo che un lampione disegna sui muri di una casetta. Buona notte, saggia e “vuota”
Puerto Iguazù.