martedì 20 agosto 2013

Dal Paraguay a Iguazù: Viaggiando verso la Terra dei Tre Confini

Asunciòn, la “Madre delle Città” ci saluta con un altro limpido e assolato mattino. Non riesce a convincerci a rimanere, però. E' tempo di riprendere il cammino, salendo su un comodo pullman a due piani della compagnia “Nuestra Senora de Asunciòn” diretto in Brasile, a Foz do Iguaçu. La stazione degli autobus alle sette e un quarto è già caotica e risuona di rumorosa e indaffarata confusione tutta sudamericana. Non ci badiamo nemmeno più. Siamo praticamente di casa ormai, in questo posto. Non è il primo viaggio nel quale passiamo di qui e, ogni volta, cediamo all'impulso di prendere il pullman che ci porta a est, verso il triplice confine Paraguay-Brasile-Argentina, per vedere la natura recitare una delle sue “performances” più incredibili: le “Cataratas del Iguazù”.








Partiti in perfetto orario, ci rilassiamo accomodati nei posti strategici prenotati con anticipo, piano alto e davanti al parabrezza, perfetti per osservare e fotografare. Vediamo scorrere la strada asfaltata, con i bordi di terra rossiccia a delimitarne i confini. Il paesaggio è uniforme. Gli alberi sono in riposo invernale, anche se qui l'inverno è comunque colorato di verde e vestito di luce abbagliante. Ogni tanto, cartelloni di pubblicità elettorale ci ricordano l'imminenza delle votazioni in Paraguay.





La strada talvolta scende e risale dossi e cunette che da quassù fanno l'effetto di un percorso di montagne russe al luna-park. 
  
Quella che a noi sembra una strada statale in realtà è un'autostrada con tanto di caselli e pedaggio da pagare. 


 Ormai - sono circa quattro ore di viaggio e 330 chilometri percorsi - siamo ai margini di Ciudad del Este, la città di confine, nota per il prosperare dei traffici di contrabbando.

Dall'alto del nostro rifugio e protetti dai vetri, osserviamo sfilare senza soluzione di continuità botteghe e chioschi carichi di merci multicolori, mentre sui marciapiedi sosta una coorte di mendicanti e homeless da far stringere il cuore. 




Come ad Asunciòn anche qui targare un'automobile è un optional, e molti veicoli circolano tranquillamente anonimi. 




Breve fermata nel terminal degli autobus e ripartiamo alla volta del confine. Lo preannunciano i numerosi cartelli dei cambiavalute con le odierne quotazioni del “Real”, la moneta brasiliana. 






Attraversiamo il Rio Paranà grazie al “Puente de la Amistad” che sancisce nel nome l'amicizia tra Paraguay e Brasile: un bel traguardo se si pensa al massacro della Guerra della Triplice Alleanza dove Brasile, Argentina e Uruguay si trovarono a combattere contro il Paraguay in uno dei più sanguinosi conflitti che l'America Latina ricordi. 



Proseguiamo ancora, passaporti già in mano: il Brasile ormai è a un passo e una bandierona verde e gialla sventola nel cielo blu. Questo punto dell'America Latina è una terra di incontro e di confini per Paraguay, Brasile ed anche Argentina: poco più avanti il pullman arriverà al suo capolinea, Foz do Iguaçu e noi proseguiremo con un taxi per la adiacente frontiera con l'Argentina. 




Pochi chilometri ancora, e ci attende la tranquilla cittadina di Puerto Iguazù dove abbiamo deciso di fermarci tre notti. La nostra cara amica Marcela e le Cascate di Iguazù aspettano infatti la nostra visita.