sabato 3 agosto 2013

La Paz: ago e filo al Mercado Negro






Preso possesso della camera -sontuosa e per niente prevedibile dalla facciata dimessa dell'hotel- ci concediamo una passeggiata pre serale nei dintorni. E' la prima conoscenza con  sua Altezza La Paz. 




































Abbiamo una missione: comperare ago e filo perché uno dei trolley -ahimè- presenta una piccola ma preoccupante ferita alla cucitura della cerniera principale che rischia di aggravarsi. Ci viene indicato un vicolo in salita dove potremo trovare ciò che fa al caso nostro.






Ambo i lati della viuzza e alcune gallerie commerciali perpendicolari ad essa, sono intasate di bancarelle e vetrine strapiene di vestiti, jeans, magliette, ma soprattutto di scarpe da calcio e sportive di ogni marca, foggia e colore. L'abbondanza di merce, il luogo di vendita e l'odore sgradevole di gomma e plastica a buon mercato, le cuciture un po' approssimative, i marchi non sempre perfetti, ci inducono ovviamente a ritenere di essere finiti in uno spettacolare luna park di merce contraffatta. Tutto qui però è ufficiale, legale, nessuno ci fa caso. D'altra parte questa è l'area della città indicata sulla carta topografica come " Mercado Negro". Trovati ago e filo (made in China)rientriamo all'albergo, in tempo per gustare una delicata zuppa boliviana e uno splendido stufato di carne di alpaca nel raffinato ristorante dell'hotel. E come chiusura, un tris di gelati ai sapori di frutti locali. Tanta delizia gastronomica, in Perù ma ancor più in Bolivia, è molto economica comparata con i prezzi dei ristoranti europei del medesimo livello.


Ne stiamo perciò approfittando più che possiamo, anche perchè le tradizioni culinarie peruviana e boliviana sono veramente sorprendenti per finezza ed equilibrio di sapori. Ma questa -come amava dire Hemingway- è un'altra storia. E merita di essere raccontata in un altro post.